Come sbloccare un conto corrente pignorato da Equitalia
La riscossione dei crediti da parte dello Stato è da molti anni una procedura al centro dell’attenzione mediatica. Se fino al 2017 la gestione di tale compito era affidata a Equitalia, dal primo luglio dell’anno scorso è subentrata invece una nuova agenzia gestita direttamente dall’Agenzia delle Entrate. Ovviamente questo nuovo ente a poteri molto più elevati rispetto a Equitalia, in particolare ha a sua disposizione un accesso privilegiato a numerose banche dati molto importanti, che le garantiscono una maggiore capacità di azione.
Inoltre è in grado di pignorare un conto corrente senza alcun preavviso e senza dover passare per un giudice, come invece accadeva per Equitalia o come succede per qualsiasi cittadino. In questi casi la somma pignorata è pari all’importo dovuto dal debitore, quindi si tratta di un blocco parziale della liquidità presente sul conto. Naturalmente è possibile procedere alla contestazione di tale operazione, richiedendo la restituzione della liquidità divenuta indisponibile. Vediamo quindi come fare per sbloccare un conto corrente pignorato.
Conto corrente pignorato: di cosa si tratta
La nuova società autorizzata alla gestione del recupero crediti da parte dello Stato, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, dispone di un’elevata capacità operativa per rientrare velocemente in possesso delle somme dovute dai cittadini allo Stato. In particolare può utilizzare strumenti come il pignoramento della pensione, del TFR, dello stipendio, dei beni mobili o immobili. Ad esempio può disporre il pignoramento del conto corrente, bloccando di fatto l’operatività del rapporto e drenando la somma dovuta direttamente dalla liquidità del conto stesso.
Questa procedura forzata viene eseguita di solito quando la persona si trova in mancanza di altre garanzie, soprattutto di tipo immobiliare. Qualora il saldo del conto non fosse sufficiente a rimborsare il debito, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione può optare per il pignoramento di una parte della pensione o dello stipendio. Per le imprese e i privati che vogliono recuperare un debito è invece ancora necessario rivolgersi a un giudice, che può decidere il blocco del conto corrente per permettere al creditore di rientrare del debito.
Come funziona il pignoramento del conto corrente da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione
Come abbiamo visto le aziende e i privati non possono richiedere alla banca il pignoramento del conto corrente. Così come avveniva per Equitalia fino al primo luglio del 2017, era necessario passare per un giudice, il solo autorizzato a convalidare tale procedimento. Invece oggi il Fisco può disporre il pignoramento del conto corrente come meglio crede, ovviamente rispettando i termini previsti dalla legge pari a 60 giorni dalla notifica della cartella esattoriale.
Una volta passato questo periodo l’Agenzia delle Entrate-Riscossione può entrare in contatto con l’istituto di credito, intimandolo a informare il titolare del rapporto di deposito dell’attivazione della procedura di pignoramento. In questo modo il debitore ha ancora 60 giorni di tempo per procedere al pagamento della somma, altrimenti il Fisco provvederà a prelievo automatico fino al recupero del debito esattoriale.
Come sbloccare un conto corrente bloccato dal Fisco
Purtroppo non esiste un modo per sbloccare un conto corrente pignorato dal Fisco, se non quello di mostrare entro 60 giorni l’avvenuto pagamento del debito oppure effettuare una richiesta di rateizzazione. In questo caso lo sblocco del conto corrente non è automatico, infatti è necessario che la domanda di rateizzazione venga accettata e che sia stata pagata almeno la prima rata, altrimenti non è possibile presentare la richiesta di sblocco del conto e ottenere la conseguente eliminazione del pignoramento.