Stop agevolazioni fiscali in Portogallo: cosa cambia e quali sono le alternative
Con la fine del regime di tassazione agevolata per gli stranieri in Portogallo, molti italiani si trovano ora a dover rivalutare le proprie opzioni per usufruire di regimi fiscali agevolati all’estero.
Tuttavia, alcuni paesi dell’Est Europa, restano mete vantaggiose dal punto di vista fiscale, soprattutto per le aziende, come la Bulgaria. Diverse agenzie presenti sul territorio, come Accountancy Bulgaria permettono, infatti, di aiutare le aziende straniere a stabilirsi nel paese, massimizzando le entrate e riducendo i costi aziendali, grazie alla conoscenza del sistema fiscale e alla vasta esperienza nel campo.
Al di là dei paradisi fiscali ancora esistenti in Europa, è importante comprendere perché il Portogallo non rientra più in questi e quali sono le ragioni dietro questa storica decisione.
Le ragioni dietro la fine delle agevolazioni fiscali per stranieri in Portogallo
Il regime di tassazione agevolata per stranieri in Portogallo è stato introdotto nel 2009, con il decreto legislativo 249/2009, allo scopo di far entrare nuovi capitali nel paese, incentivando l’immigrazione di pensionati e professionisti.
Tuttavia, dopo circa 5 anni dall’introduzione delle politiche fiscali agevolate per stranieri, il costo degli immobili in territorio portoghese è salito drasticamente, a causa del forte incremento della domanda di alloggi. Questa tendenza ha continuato ad essere predominante nel corso degli anni, fino a portare ad una vera e propria crisi immobiliare nel corso del 2023.
Il popolo Portoghese ha reagito attivamente a questa situazione insostenibile, protestando sul caro casa. Problema decisamente importante, in quanto lo stipendio medio a Lisbona si aggira intorno ai 1000 euro, mentre il costo di un trilocale nelle zone più centrali arriva anche a superare i 1600 euro.
Tutto questo ha sollevato preoccupazioni riguardo le comunità locali e ha portato il governo portoghese a porre fine al regime di tassazione agevolata per gli stranieri, allo scopo di ridurre la pressione sui prezzi immobiliari e garantire un maggiore equilibrio sul mercato.
Questa decisione è stata accolta con preoccupazione da parte degli stranieri che avevano scelto di trasferirsi in Portogallo, proprio per il regime fiscale agevolato del paese. Il governo ha, però, assicurato che coloro che usufruiscono già delle agevolazioni potranno mantenerle per altri 10 anni. Tuttavia, per chi invece sceglie ora di trasferirsi in Portogallo la situazione è ben diversa.
Il nuovo regime fiscale per stranieri del Portogallo
La recente normativa emanata in Portogallo ha delineato un quadro fiscale totalmente diverso da quello in vigore da 15 anni, implicando significative modifiche per gli stranieri.
A beneficiare della tassazione agevolata saranno, infatti, solo gli stranieri con un reddito inferiore ai 7.112 euro. Per chi supera questo tetto massimo, l’impatto delle modifiche normative è sostanziale. Si passa, infatti, da una tassazione agevolata del 20% per i professionisti e del 10% per i pensionati, ad un’aliquota fiscale di ben il 28,5% per redditi fino a 20.332 euro. Dunque, più elevata di quella attualmente presente in Italia.
Questo scenario induce a una riconsiderazione riguardo la convenienza del trasferimento in Portogallo per gli Italiani.
Perché l’Est Europa è ancora una meta conveniente dal punto di vista fiscale
Sebbene la fine delle agevolazioni fiscali in Portogallo possa rappresentare una delusione per gli stranieri, ci sono ancora molte destinazioni allettanti disponibili per chi cerca un nuovo inizio all’estero. In particolare, in Europa, paesi come la Bulgaria offrono molti benefici fiscali.
In Bulgaria, infatti, viene applicato il worldwide taxation principle, secondo il quale i residenti sono soggetti a tassazione sul loro reddito globale. Le società sono soggette a un’imposta fissa del 10% sui loro profitti. La stessa tassazione viene anche applicata sul reddito delle persone fisiche.
Inoltre, in Bulgaria l’imposta sulle società viene ridotta fino al 100% se l’attività svolta si colloca all’interno di comuni nei quali si ha un tasso di disoccupazione pari o superiore al 25%.
Tutte queste agevolazioni, unite al costo della vita decisamente basso di questo paese, rendono la Bulgaria una meta ancora molto appetibile per gli stranieri e, in particolare, per gli italiani.