Quali sono le banche più sicure in Italia del 2020?
Soprattutto nei momenti di incertezza come quello attuale la situazione delle banche preoccupa noi cittadini, alle prese con la paura di veder fallire un istituto di credito e perdere i nostri risparmi. La maggior parte degli italiani ha dei soldi fermi sul conto corrente, dove secondo le normative di legge sono garantiti fino a 100 mila euro dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.
Allo stesso tempo le crisi pesano sui bilanci delle banche, con la speculazione finanziaria che può sferrare duri colpi agli istituti che hanno già dei problemi. Per questo motivo è importante verificare se i propri soldi corrono dei rischi, controllando quali sono le banche più sicure in Italia nel 2020, considerando parametri come il CET 1 Ratio e altri indicatori utili. Ecco tutto quello che c’è da sapere a riguardo.
CET1: le prime 10 banche in Italia più solide
Uno dei parametri più utilizzati per l’analisi della solidità della banche è il CET 1 Ratio. Si tratta di una sigla che sta per Common Equity Tier 1, ovvero un indicatore che misura il patrimonio principale degli istituti di credito. Il Tier 1 si compone ad esempio dalle riserve di liquidità della banca, dagli utili non distribuiti agli azionisti ed eventuali altre riserve, escludendo dal computo fonti di capitale a rischio (azioni della banca, perdite di bilancio, ecc…).
Questo valore dovrebbe essere quanto più alto possibile, poiché consente alla banca di affrontare con relativa tranquillità crisi di liquidità e altre situazioni al alto rischio, tra cui condizioni particolarmente critiche come quelle attuali. Naturalmente per un’analisi approfondita delle banche è necessario usare ulteriori criteri di valutazione, tuttavia questo parametro fornisce un’indicazione immediata e abbastanza precisa della robustezza degli istituti.
Classifica banche italiane 2020 CET1 Ratio
- Gruppo Banca Finnat – 31,61%
- Banco di Sardegna – 31,58
- Fineco Bank – 22,14%
- Mediolanum – 21,90%
- Creval – 15,50%
- Banca Sella – 14,81%
- Banca Generali – 14,61%
- Mediobanca – 14,10%
- Credem – 13,5%
- BPER – 13,23%
- UniCredit – 13,09%
- Gruppo Bando Desio – 12,97%
- Intesa Sanpaolo – 12,80%
- Monte dei Paschi di Siena – 12,60%
- UBI Banca – 12,30%
- Gruppo Banco BPM – 12,06%
Solidità delle banche italiane: le valutazioni della BCE
Come è noto la Banca Centrale Europea monitora continuamente i bilanci delle banche del continente, una misura accentuata dopo la crisi del 2008/2009. In particolare la BCE ha da poco realizzato l’ultima analisi denominata SREP, Supervisory Review and Evaluation Process, ovvero una serie di stress test che hanno consentito di accertarsi della solidità degli istituti di credito europei.
Dallo studio emerge l’ottima situazione delle banche italiane, la maggior parte delle quali sono considerate in perfetta salute e in grado di affrontare anche delle crisi piuttosto significative. Nel dettaglio ecco le banche che sono risultate in cima alle valutazioni della BCE.
- Credem
- Mediobanca
- Intesa Sanpaolo
- UniCredit
- BPER
- Gruppo Banco BPM
- Monte dei Paschi di Siena
Quali son le banche a rischio nel 2020?
Se da un lato molti istituti italiano si sono confermati piuttosto solidi e affidabili, dall’altro alcune banche potrebbero essere a rischio. Tale condizione non significa necessariamente un fallimento, ma una situazione in cui azionisti e risparmiatori potrebbero avere vita difficile. Le banche più vulnerabili potrebbero andare incontro a pesanti ristrutturazioni, nazionalizzazioni temporanee o essere al centro di accordi e strategie con altri gruppi bancari.
Al momento le banche meno solide nel panorama nazionale sono:
- Unipol Banca
- Banca Carige
- Monte dei Paschi di Siena
Nello specifico pesa la quantità di crediti deteriorati nei bilanci di questi istituti, i quali negli anni passati hanno riportato ingenti perdite a causa della svalutazione degli NPL, Non performing Loans, ovvero dei crediti inesigibili. Vi è poi il problema della pandemia di coronavirus, un fatto che potrebbe portare all’incremento degli NPL nelle pance della banche, come ha avvertito l’agenzia di rating Moody’s nell’ultimo rapporto datato 6 marzo 2020.
Il crollo dell’economia italiana nel 2020, ormai sempre più realistico, potrebbe portare molti istituti a entrare in difficoltà, per la recessione economica e il fallimento potenziale di migliaia di aziende. Ovviamente dipenderà dalle azioni che verranno intraprese dal Governo Italiano e dalla Banca Centrale Europea, per sostenere sia l’economia che le banche italiane, con l’augurio di riuscire a passare questo difficile momento di emergenza sanitaria il prima possibile.
A quale banca affidarsi per non correre rischi?
Premesso che non esiste il rischio quando si parla di banche, è importante ribadire che è veramente difficile che uno Stato lasci fallire un istituto di credito, specialmente di grandi dimensioni. Si tratta infatti di decisioni politiche, non solo finanziarie o economiche, quindi nella maggior parte dei casi i governi fanno di tutto per sostenere le banche in difficoltà ed evitarne il fallimento.
Per questo motivo è possibile rimanere abbastanza tranquilli, se la preoccupazione sono i risparmi sul conto corrente. Per aumentare la sicurezza è possibile aprire conti corrente presso banche diverse, in questo modo si riduce il rischio evitando di concentrare tutti i soldi nello stesso istituto di credito. Un altro modo è aprire dei conti deposito, con capitale protetto fino a 100 mila euro, oppure investire in titoli di Stato e buoni fruttiferi postali.
Discorso diverso per gli azionisti, che possono perdere buona parte del loro capitale qualora la quotazione della banca dovesse precipitare, tuttavia è noto come gli investimenti azionari sono delle operazioni che presentano un elevato rischio intrinseco. Dalle indicazioni degli indicatori, come i test SREP della BCE e i parametri in merito al CET 1 Ratio, si evincono però delle informazioni piuttosto interessanti.
Innanzitutto non sempre una banca grande è più sicura rispetto a un piccolo istituto, come la situazione patrimoniale eccezionale di società come Banco di Sardegna e Banca Finnat. Lo stesso vale per le banche che operano prevalentemente online, come Fineco, oltre a gruppi di medie dimensioni che si sono rivelati tra i migliori della categoria, tra cui Creval, Mediolanum e Banca Sella.
Allo stesso tempo una banca di grandi dimensioni sarà sicuramente sostenuta dallo Stato in caso di problemi, poiché il suo fallimento vorrebbe dire migliaia di disoccupati e una ricaduta pesante sull’economia e sugli altri istituti. Nel complesso è importante diversificare se possibile, per non tenere i soldi in una sola banca, investire in strumenti a basso rischio per proteggere il capitale e mantenere sempre la calma, poiché la chiusura delle banche è una situazione drammatica che porterebbe il Paese al collasso, quindi veramente poco probabile.