In uno scenario macroeconomico caratterizzato da volatilità dei mercati, dinamiche inflattive e politiche monetarie espansive, l’oro da investimento continua a rappresentare un asset strategico, apprezzato per la sua capacità di mantenere valore reale nel lungo periodo e per la sua indipendenza dai sistemi finanziari centralizzati.
La sua natura di bene fisico lo rende uno strumento patrimoniale adottato sia dai privati sia dagli investitori istituzionali per strategie di diversificazione e protezione del capitale.
Cos’è l’oro da investimento
Quando si parla di oro da investimento si fa riferimento a una specifica tipologia di oro fisico, disciplinata da precise caratteristiche di purezza e formato. Non si tratta di gioielli o manufatti, ma di lingotti e monete d’oro riconosciuti a livello internazionale come strumenti patrimoniali.
Per essere considerato tale, l’oro da investimento sotto-forma di lingotti o placchette deve avere una purezza pari o superiore al 99,5%, che in gergo tecnico si definisce titolo 995, anche se i lingotti normalmente hanno titolo 999,99. Le monete da investimento, invece, hanno una purezza non inferiore al 90% di oro puro, cioè titolo 900, ed essere coniate dopo il 1800. Ogni moneta di qualsiasi stato ha titoli che possono essere differenti. Il titolo più comune è appunto il titolo 900, come ad esempio i marenghi, che hanno universalmente un peso di 6,45 grammi e sono commercializzati da diverse nazioni, Italia compresa, per poi passare alla sterlina d’oro con titolo 916,66, al Krugerrand Sudafricano con titolo 917, o a monete che addirittura arrivano ad avere titolo 986 come i 4 Ducati Austriaci.
A livello patrimoniale, l’oro da investimento rappresenta una riserva di valore liquida, facilmente trasferibile e capitalizzabile, universalmente riconosciuta. È un bene che dipende principalmente dall’andamento dell’oro quotato a livello internazionale in dollari per oncia, ma anche dalle dinamiche di cambio euro/dollaro per quanto riguarda l’Europa. Infatti a parità di quotazione, ad esempio 3.300 dollari all’oncia (unità di misura nella quale nasce la quotazione dell’oro), in euro il prezzo dell’oro può variare da 90,70 euro al grammo se il cambio euro/dollaro fosse a 1,17 (cioè per acquistare 1,00 euro ci vogliono 1,17 dollari), per arrivare addirittura a 104,00 euro al grammo se il cambio fosse a 1,02, cioè con un dollaro più forte rispetto all’euro.
Un prezzo in crescita da decenni
Naturalmente, anche l’oro, come qualsiasi altro asset, non è immune dalle logiche dei mercati e non è in grado di offrire una garanzia assoluta di rendimento futuro. Tuttavia, osservando l’andamento complessivo degli ultimi decenni, è possibile notare come questo bene rifugio abbia sempre dimostrato una straordinaria capacità di conservare valore nel lungo termine.
In particolare, negli ultimi vent’anni il prezzo ha registrato una crescita di circa il 900%. Per comprendere appieno l’entità di questo trend, basti pensare che un investimento di 100.000 euro effettuato nel 2005 avrebbe oggi un controvalore vicino ai 900.000 euro. Anche su orizzonti temporali più brevi la dinamica resta significativa, con un incremento superiore al 50% negli ultimi due anni.
Valutare vendita e acquisto
Sebbene sia plausibile che il prezzo possa continuare a crescere, chi possiede oro acquistato anni fa oppure o ricevuto in eredità si trova quindi già oggi nelle condizioni ideali per valutare la vendita, sfruttando condizioni di mercato vantaggiose.
Per procedere all’operazione, è possibile recarsi presso un operatore specializzato, come per esempio un Compro Oro. Come ci ha spiegato un esperto del settore come Mauro Galignani, titolare di Compro Oro Bande Nere di Milano, che abbiamo sentito in quanto valutato uno dei migliori della città, l’operazione viene condotta nella massima trasparenza, davanti al cliente, passando per una preliminare verifica dell’autenticità dei gioielli alla successiva ed immediata valutazione dell’oro. Dopodiché, se il cliente decide di vendere, si procede alla transazione, con il cliente che riceve immediatamente il corrispettivo in denaro contante se il valore dovesse essere inferiore ai 500,00 euro o con bonifico bancario istantaneo a garanzia dell’avvenuto pagamento.
Per quanto riguarda invece l’acquisto di oro da investimento, cioè come dicevamo in precedenza lingotti o monete d’oro, ci si può rivolgere sempre a dei Compro Oro professionali che effettuano questo servizio. In alternativa, è possibile ricorrere anche ad istituti di credito, che prevedono modalità operative differenti e condizioni che possono variare da istituto a istituto. Per approfondire vi rimandiamo alla lettura della nostra guida dedicata a come acquistare oro in banca.
Aspetti fiscali dell’oro da investimento
L’oro da investimento, sotto-forma di lingotti o monete d’oro, beneficia in Italia di un regime fiscale a sè stante, per quanto riguarda il piano dell’imposta indiretta.
Le operazioni di acquisto sono infatti esenti da IVA, condizione che distingue l’oro da investimento dall’oro lavorato, come i gioielli, per i quali invece l’imposta si applica regolarmente.
Dal punto di vista fiscale delle imposte dirette, in fase di vendita attualmente è prevista l’aliquota del capital gain, attualmente pari al 26%, in linea con la disciplina fiscale che regola anche gli altri strumenti finanziari. Questa imposta si applica esclusivamente sulla plusvalenza, cioè sulla differenza tra il prezzo di vendita e il prezzo di acquisto, a condizione che sia disponibile la documentazione fiscale che attesti il valore originario di acquisto come avviene per il mercato azionario.
In assenza di questa documentazione, la normativa prevede l’applicazione della stessa aliquota del 26%, ma sull’intero importo percepito alla vendita.
È un elemento che può certamente incidere sul valore finale percepito, ma che spesso non compromette la convenienza dell’operazione, soprattutto nei casi in cui l’oro sia stato acquistato molti anni fa o ricevuto in eredità. In scenari come quello attuale, caratterizzati da quotazioni particolarmente elevate, l’incremento di valore del metallo risulta generalmente tale da rendere vantaggiosa la vendita anche tenendo conto della tassazione piena.
L’oro da investimento continua, dunque, a confermarsi uno strumento solido e versatile, capace di rispondere sia alle esigenze di chi intende proteggere il proprio patrimonio, sia a quelle di chi vuole cogliere le opportunità offerte dall’attuale favorevole fase di mercato.