Obbligazioni bancarie rischi: ecco quali sono e come è meglio procedere
Di solito le obbligazioni vengono inserite tra gli strumenti di investimento suggeriti alle persone che non amano il rischio. Ma le obbligazioni non sono tutte uguali e anche tra loro ci possono essere diversi differenze. Tra le più chiacchierate ci sono le obbligazioni bancarie: scopriamo quali sono le varie tipologie, le loro caratteristiche ed i loro rischi, in modo da capire se sono lo strumento più adatto per il nostro profilo di investitore.
Quali sono i rischi dei bond emessi dalle banche?
Chi acquista un’obbligazione di fatto sta prestando del denaro al soggetto emittente, che si impegna a restituire il capitale alla scadenza del titolo e a “premiare” il sottoscrittore riconoscendogli il pagamento delle cedole. Anche le banche possono emettere titoli obbligazionari, anzi, sono tra i soggetti emittenti più abituali. Le obbligazioni bancarie possono essere contraddistinte da un diverso livello di rischio o di subordinazione: è proprio questo livello a definire la priorità di rimborso dei titoli nel caso in cui l’istituto emittente dovesse fallire.
Le tipologie di obbligazioni bancarie in base al loro livello di subordinazione
Le obbligazioni bancarie ordinarie senior sono le più sicure. In caso di crisi della banca emittente, i detentori di questo titolo sono i primi ad essere rimborsati con i soldi che vengono ricavati dalla liquidazione degli attivi. Ma anche in questo caso c’è un rischio: essere rimborsati per primi infatti non dà la certezza assoluta di essere pagati per intero: esistono infatti le obbligazioni senior covered e secured, che sono coperti da parti specifiche del patrimonio dell’emittente e quindi hanno un qualche tipo di garanzia, e quelle uncovered, che invece non hanno alcuna garanzia reale. Le obbligazioni senior possono avere scadenze e cedole di diverso tipo; il loro rating è più alto rispetto ad altre obbligazioni bancarie. Non è prevista la possibilità per la banca di non pagare la cedola.
Le obbligazioni bancarie Lower Tier II (spesso chiamate anche LT2) sono i titoli caratterizzati dal primo livello di subordinazione. Sono molto diffuse in Italia: non possono avere una scadenza inferiore ai cinque anni. Solitamente hanno durata decennale: con questa caratteristica, la cedola è fissa per i primi cinque anni; dopo questo lasso di tempo la banca può richiamare il titolo, che si trasforma in obbligazione a tasso variabile più spread. Le obbligazioni Lover Tier III (o LT3) hanno le stesse caratteristiche delle LT2, ma la loro scadenza deve essere inferiore ai cinque anni.
Passiamo quindi alle obbligazioni Upper Tier II. Nella maggior parte dei casi si tratta di titoli a taso fisso e con durata di dieci anni. A differenza di quanto visto per le obbligazioni senior, in questo caso la banca emittente ha la possibilità di non pagare la cedola se si verificano determinate condizioni; in questo caso il mancato pagamento non comporta il default: semplicemente le cedole non pagate vengono cumulate e la banca prima o poi dovrà versarle tutte.
Infine ci sono le obbligazioni bancarie junior, ovvero le obbligazioni Tier I. Se la banca ha qualche problema, i detentori di questi titoli sono i primi a pagarne le conseguenze, Di solito questi bond non hanno una scadenza, ma possono essere richiamate dopo il decimo anno; è prevista la possibilità di trasformazione del tasso da fisso a variabile. Le banche possono prevedere nel prospetto la possibilità della cancellazione (quindi non il semplice rinvio) delle cedole in determinati casi e addirittura la possibilità di riduzione del valore nominale del bond al verificarsi di specifiche condizioni. Ovviamente, queste sono le obbligazioni che vengono pagate per ultime nel caso in cui la banca venisse sottoposta ad una procedura non fallimentare sono giusto un gradino sopra le azioni. Il rischio è elevato, ma i rendimenti offerti sono forti.