Obbligazione subordinata: ecco che cos’è, come funziona e i possibili rischi
I titoli obbligazionari non sono tutti uguali: ne esistono diverse tipologie. Negli ultimi anni si è sentito parlare tanto delle obbligazioni subordinate e spesso i toni utilizzati non erano particolarmente lusinghieri nei loro confronti. Cerchiamo di capire quali sono le caratteristiche principali di un’obbligazione subordinata, qual è il suo funzionamento e quali rischi presenta per l’investitore.
Come funziona l’obbligazione subordinata: chi la emette e che rischi comporta
L’obbligazione subordinata può essere emessa da banche ed aziende e si distingue da altre categorie di bond per il fatto che il suo rimborso, nel caso un cui l’emittente dovesse presentare dei problemi finanziari, avviene solo dopo il soddisfacimento dei creditori ordinari. Ad esempio, se il titolo viene emesso da una banca e l’istituto di credito si trovasse in liquidazione, gli investitori che hanno acquistato obbligazioni subordinate verrebbero rimborsati solo dopo gli altri creditori non subordinati (ma comunque prima degli azionisti). Se dopo il rimborso degli obbligazionisti ordinari non ci sono più fondi, gli obbligazionisti subordinati non riceveranno nulla! Già da questa piccola definizione si può capire che stiamo parlando di una tipologia di obbligazioni che presenta un livello di rischio maggiore rispetto alle altre, ma che per questo presenta un potenziale rendimento maggiore. Un’altra caratteristica tipica delle obbligazioni subordinate è quella di non avere una vera scadenza: molti di questi bond, infatti, prevedono il richiamo da parte dell’emittente entro certe date tramite l’opzione call.
Livello di rischio e convertibilità dei titoli junior
I titoli subordinati vengono spesso denominati titoli junior, in modo da distinguerli ulteriormente dai titoli non subordinati (detti senior). Le cedole solitamente vengono riconosciute con cadenza semestrale o annuale ed il rendimento varia in base al livello di rischio. Per valutare il rischio bisogna accertarsi delle categoria a cui appartiene l’obbligazione subordinata: le Tier 1 sono le obbligazioni più rischiose (in caso di insolvenza dell’emittente si rischia fino al 100% di quanto investito), ma sono anche le più remunerate. Le obbligazioni subordinate possono essere anche convertibili: in questo modo l’investitore ha l’opportunità (entro determinate scadenze) di convertire i bond in azioni. È un’operazione che fa diventare azionisti della società emittente: si perde il diritto di percepire la cedola, ma si può partecipare alla distribuzione degli utili. La conversione può comportare dei rischi, perché se le cose vanno male non solo non si ha un rendimento, ma in caso di bail in il rimborso avverrebbe addirittura dopo quello delle obbligazioni subordinate.