ETF o Fondi Comuni? Ecco cosa scegliere nel 2025

ETF o Fondi Comuni? Ecco cosa scegliere nel 2025

Quando si tratta di investire, una delle prime domande che ci si pone è: meglio un ETF o un fondo comune? Entrambi sono strumenti diffusi, adatti anche ai piccoli risparmiatori, ma hanno logiche e meccanismi diversi. L’ETF (Exchange Traded Fund) è sinonimo di gestione passiva, costi contenuti e flessibilità. Il fondo comune, invece, spesso offre una gestione attiva, con un team che seleziona i titoli per cercare di battere il mercato.

Nel 2025, con un mercato sempre più orientato verso l’efficienza, la personalizzazione e la sostenibilità, vale la pena capire qual è lo strumento più adatto alle proprie esigenze. Vediamo insieme le principali differenze tra ETF e fondi comuni e cerchiamo di capire quale conviene davvero, oggi.

Differenze principali tra ETF e fondi comuni

  1. Struttura: gestione attiva vs passiva

La prima grande differenza riguarda il tipo di gestione. Gli ETF replicano passivamente un indice di mercato (come l’S&P 500 o il FTSE MIB), senza che ci sia un gestore che decide cosa acquistare o vendere. Questo significa che l’obiettivo dell’ETF è seguire fedelmente l’andamento del mercato di riferimento.

I fondi comuni, invece, sono spesso gestiti in modo attivo. Un team di analisti e gestori prende decisioni operative per cercare di ottenere performance superiori rispetto al mercato. Questa strategia può funzionare, ma non è sempre vincente: battere costantemente il mercato è difficile anche per i professionisti.

  1. Costi di gestione e accessibilità

Gli ETF sono noti per i costi contenuti. Le commissioni annuali (TER) sono spesso inferiori allo 0,5%, e in molti casi anche allo 0,2%. Questo li rende molto appetibili per chi vuole contenere le spese e investire nel lungo periodo.

I fondi comuni, invece, hanno commissioni più alte: si può arrivare anche al 2% annuo. A questi si aggiungono spesso costi di ingresso, uscita e performance. Tuttavia, offrono anche un servizio di consulenza, che può essere utile soprattutto per i risparmiatori meno esperti.

  1. Modalità di acquisto e liquidità

Gli ETF si acquistano e si vendono in tempo reale come le azioni, attraverso una piattaforma di trading o tramite la propria banca online. Hanno un prezzo di mercato aggiornato minuto per minuto e sono molto liquidi.

I fondi comuni, invece, si acquistano direttamente presso banche o società di gestione e vengono valorizzati una volta al giorno (NAV). Questo li rende meno trasparenti e meno reattivi, ma per molti risparmiatori rappresentano ancora uno strumento familiare e rassicurante.

Quale conviene oggi? Analisi 2025

ETF tematici e settoriali in crescita

Nel 2025 gli ETF stanno vivendo una fase di grande espansione, soprattutto grazie al boom degli ETF tematici. Parliamo di fondi che investono in settori specifici come intelligenza artificiale, energie rinnovabili, salute, mobilità elettrica.

Il vantaggio? È possibile investire in macro-tendenze globali con una spesa contenuta e con un portafoglio già diversificato. Inoltre, molti ETF integrano criteri ESG (ambientali, sociali, di governance), rendendoli ideali per chi cerca anche un impatto positivo.

Fondi comuni per chi cerca gestione attiva e consulenza

Detto questo, i fondi comuni non vanno messi da parte. Restano strumenti validi per chi desidera una guida professionale, un piano d’accumulo o una gestione attiva che si adatti ai cambiamenti del mercato.

Nel 2025 molte case di gestione offrono fondi personalizzabili, accessibili anche con piccoli capitali e integrati in pacchetti di consulenza evoluti. Per chi non vuole “mettere mano” al portafoglio da solo, i fondi restano una soluzione comoda e rassicurante.

Scenari di mercato: quale strumento si adatta meglio

In un contesto di alta volatilità e incertezza globale, avere strumenti flessibili come gli ETF può essere vantaggioso. Tuttavia, nei momenti di mercato laterale o in calo, i fondi attivi ben gestiti potrebbero difendersi meglio, grazie alla selezione mirata dei titoli.

Insomma, non esiste una risposta universale. L’ideale potrebbe essere combinare i due strumenti all’interno di uno stesso portafoglio: ETF per la parte più stabile, fondi per la parte più dinamica.

Conclusione

ETF o fondi comuni? La verità è che non c’è una scelta giusta o sbagliata a priori. Tutto dipende dal tuo profilo di rischio, dagli obiettivi di investimento e dal livello di autonomia che desideri avere nella gestione del portafoglio.

Gli ETF offrono semplicità, trasparenza e costi bassi. I fondi comuni, invece, mettono a disposizione competenza, consulenza e una gestione attiva. Spesso, la soluzione migliore è un mix intelligente tra i due: diversificare strumenti, settori e strategie è sempre il primo passo verso un investimento solido e consapevole.

FAQs

  1. Gli ETF sono più rischiosi dei fondi comuni?
    Non necessariamente. Gli ETF riflettono l’andamento del mercato, quindi dipende dall’indice replicato. I fondi comuni attivi possono proteggere meglio in certi scenari, ma non garantiscono risultati.
  2. Quanto costano in media?
    Gli ETF hanno costi molto bassi (0,2-0,5% annuo). I fondi comuni possono arrivare al 2% o più, considerando le commissioni di gestione e altri oneri.
  3. Posso combinare entrambi nel mio portafoglio?
    Assolutamente sì. Molti investitori usano ETF per la componente core e fondi comuni per una gestione flessibile o tematica.
  4. Come si acquistano gli ETF?
    Si acquistano tramite una piattaforma di trading online o la propria banca, proprio come le azioni. Basta un conto titoli attivo.

 

di Renan

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