Le dinamiche di trasformazione presenti nel panorama economico attuale, pone piccole e medie imprese dinanzi a scelte cruciali per migliorare la propria attività. E’ indispensabile, non di rado, crescere organicamente o valutare operazioni di acquisizione, partnership strategiche o cessioni parziali.
Queste operazioni non possono essere ricondotte solo a una valutazione aziendale o finanziaria, dato il ruolo determinante di innovazione, capitale umano e accesso alle risorse. In un’operazione di crescita imprenditoriale, quindi, è necessario anche affidarsi a intermediari qualificati, che siano in grado di trovare un accordo tra domanda e offerta, nonché proporre la migliore strategia possibile.
Acquisizione di un’azienda: molto più di un semplice passaggio di quote
Chi pensa che l’acquisizione di un’azienda sia un semplice scambio di azioni o quote, commette un grossolano errore. Questa operazione, infatti, è un progetto imprenditoriale a tutti gli effetti, con implicazioni che coinvolgono la struttura, la cultura aziendale, i processi interni e spesso anche la rete di relazioni con fornitori, clienti e dipendenti.
Dopo il boom delle start-up, negli ultimi anni sono lievitate significativamente le operazioni relative all’acquisizione di imprese già avviate con portafoglio clienti attivo e un flusso di cassa consolidato. La crescita tramite acquisizione consente, poi, di ottimizzare anche il know-how operativo, dando modo all’azienda di poter crescere ulteriormente.
Capitale e risorse finanziarie: qual è il loro ruolo?
La capacità di acquisire un’impresa già avviata dipende, inevitabilmente, anche dalla disponibilità di risorse finanziarie, indipendentemente dal fatto che provenga da soci finanziatori, equity personale o strumenti di credito. Questi ultimi sono spesso a dir poco fondamentali per acquisire o far crescere un’impresa.
Basti pensare, ad esempio, alle linee di credito dedicate, piuttosto che al factoring o altri finanziamenti strutturati. Per valutare quale sia la soluzione più adatta alla tua impresa, è importante approfondire ogni aspetto e disporre della giusta consapevolezza prima di prendere qualsiasi decisione: scopri le tipologie di prestito maggiormente indicate sia per l’attività ordinaria che straordinaria della tua impresa.
Perché si decide di vendere un’impresa
Oltre alla figura degli acquirenti, questa operazione deve soddisfare le esigenze dei venditori. I motivi che portano un imprenditore a vendere la propria attività possono essere assai differenti, Alcuni cedono l’attività per questioni anagrafiche o il raggiungimento dell’età pensionabile, altri, invece, optano per la vendita a causa di un complesso passaggio generazionale o per la necessità di finanziare una nuova idea imprenditoriale.
Va detto, tuttavia, che la motivazione più frequente degli ultimi anni non è ascrivibile a eventuali difficoltà economiche dell’imprenditore, bensì all’ottimizzazione del valore creato negli anni. In questa ottica, il processo di vendita diventa un’opportunità di liquidazione efficiente, soprattutto se accompagnato da una valutazione professionale e da una corretta esposizione al mercato.
Crescita per acquisizione, una strategia sempre più diffusa
Le imprese che non vogliono vendere, ma – viceversa – vogliono espandersi, la strategia di crescita per linee esterne è diventata un’opzione tenuta in grande considerazione e che si sta consolidando nel corso dell’ultimo lustro. Questa tipologia di operazione permette di entrare in nuovi mercati, acquisire tecnologia, know-how o portafoglio clienti in tempi molto più rapidi rispetto alla crescita organica.
Un’operazione di crescita per acquisizione dev’essere accompagnata da piani ben precisi, budget definiti e una rete di supporto che includa commercialisti, legali e strumenti digitali che facilitino e supportino la selezione di target compatibili.
L’importanza della continuità operativa
Una delle maggiori preoccupazioni per chi acquisisce un’azienda è, senza alcun dubbio, la continuità operativa. Questo vuol dire che il core business dell’impresa deve proseguire senza alcuna tipologia di problema anche dopo il passaggio di proprietà.
Per questo è fondamentale valutare la presenza di “personale chiave”, la dipendenza da pochi clienti o fornitori, la coerenza tra il modello di business e i margini attuali, nonché la documentazione contabile e gestionale.